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L'ora in Italia:

  Santa Sabina - La Patrona di Pattada




"Gloriosa Santa Sabina,
con umile e devoto affetto,
invochiamo la tua intercessione
sulla nostra parrocchia,
sulle nostre famiglie.
La corona che gloriosa splende sul tuo capo,
è simbolo del tuo martirio
e della tua totale donazione a Dio.
Ottienici dal Signore,
con il dono della preghiera,
della vigilanza e della mortificazione,
di rimanere fermi nella fede,
perseveranti nel bene,
ad imitazione della tua vita,
perché anche noi un giorno,
possiamo essere accolti tra i Santi del cielo,
nella gioia del Paradiso"


Etimologia: Deriva dal latino Sabìnus e significa "che viene dalla Sabina".
L'onomastico viene festeggiato il 29 agosto, in ricordo di Santa Sabina, vergine martire con San Pinio nell'anno 119. Una martire ad Avila, assieme ai Santi Cristeta e Vincenzo è invece commemorata il 27 ottobre.
Patrizia romana del II secolo, uccisa in spregio alla fede allo stesso modo: decapitata. Nella sua «Passione» si legge che era una nobile pagana, moglie del senatore Valentino, convertitasi al cristianesimo per influenza dell’ancella Serapia. Con lei di notte scendeva nelle catacombe, dove i cristiani si riunivano clandestinamente per sfuggire alle persecuzioni imperiali. Quando Serapia venne catturata e bastonata a morte, anche Sabina venne allo scoperto subendo il martirio intorno all’anno 120. Le reliquie delle due martiri, insieme a quelle di Alessandro, Evenzio e Teodulo si trovano nella basilica di Santa Sabina all’Aventino, fondata nel 425 da Pietro d’Illiria, sui resti di un antico «Titulus Sabinae» (forse la santa, oltre che patrona, ne fu fondatrice e protettrice). San Domenico vi fondò il suo ordine nel 1219. Si può ancora vedere la sua cella, trasformata in cappella. Nel chiostro del convento si può ammirare l’arancio che il santo avrebbe piantato alla fondazione dei Predicatori. Anche uno dei più celebri figli dei Domenicani, san Tommaso, ha insegnato in questo convento. Santa Sabina viene raffigurata con libro, palma e corona. Con questi ultimi due attributi compare in una delle sue prime rappresentazioni (VI secolo) nella chiesa di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna. (Avv.)




  San Giacomo - Il Patrono di Bantine




"O parente di Gesù Cristo secondo la carne,
e molto più secondo lo spirito,
Apostolo favorito e famigliare del Signore,
dal quale fosti chiamato tra i primi e Tu seguisti lasciando
i tuoi parenti, tutti i beni e le speranze della terra.
Per Lui, primo tra gli Apostoli tu desti la vita, e col tuo sangue confermasti
la dottrina del Vangelo che avevi predicato.
Quante volte, o Apostolo glorioso,
apparisti sui campi di battaglia ai cristiani,
lottando con essi contro i nemici di Cristo e della Sua Croce!
Quante volte li hai sbaragliati e vinti,
dando miracolosamente la vittoria a coloro che si
ritenevano già sconfitti!
O forza dei cristiani!
O rifugio di coloro che t'invocano e sperano in Te:
salvaci dai nostri pericoli!
Il Signore ci dia, per Sua intercessione,
il Suo santo amore e timore, giustizia, pace e vittoria
su tutti i nostri nemici visibili ed invisibili,
e soprattutto ci conceda di poterlo eternamente vedere
e possedere insieme agli Angeli del Paradiso.
Amen."


Non esistono riferimenti archeologici diretti (come epigrafi) riferibili con assoluta certezza alla vita e all'operato di Giacomo, e nemmeno riferimenti diretti in opere di autori antichi non cristiani. L'onomastico viene festeggiato il 25 luglio Le fonti testuali pervenuteci sono di due tipi:
-I testi del Nuovo Testamento, in particolare i quattro vangeli canonici e gli Atti degli apostoli. Redatti in greco tra il I secolo e la prima metà del II, contengono gli unici riferimenti diretti alla vita di Giacomo. alcuni accenni contenuti negli scritti di alcuni Padri della Chiesa. Al pari degli altri personaggi neotestamentari, la cronologia e la vita di Giacomo non ci sono note con precisione.
-I testi evangelici lo indicano come un fedele seguace del maestro, ma il periodo precedente e seguente alla sua partecipazione al ministero itinerante di Gesù (probabilmente 28-30, vedi data di morte di Gesù) è ipotetico e frammentario.
Giacomo viveva, e probabilmente vi era nato, a Betsaida, una località galilaica sita sul lago di Genesaret.[8]; era pescatore sul lago di Tiberiade insieme al padre, Zebedeo; aveva (almeno) un fratello, Giovanni. Sempre rimanendo nel campo delle ipotesi, si può supporre che la famiglia di Giacomo appartenesse al ceto medio, ed è possibile che la madre Salomè facesse parte del seguito di agiate donne che provvedevano alle necessità economiche del gruppo itinerante (Lc8,2-3). Il fatto che nelle liste stereotipate degli apostoli nei sinottici (ma non negli Atti) Giovanni segua Giacomo, o che quest'ultimo venga spesso indicato come "figlio di Zebedeo", mentre Giovanni sia indicato come suo fratello, può lasciare concludere che Giacomo fosse il fratello maggiore.


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